Esempi di Malocclusione
Morso aperto
Il rapporto fra i denti in senso verticale (ad esempio fra gli incisivi) risulta alterato. Le cause possono essere genetiche (tipologia facciale), la presenza di abitudini viziate (succhiamento, respirazione orale, deglutizione atipica), fattori traumatici o patologie articolari.
Morso coperto
Il rapporto fra gli incisivi risulta sempre alterato ma in senso opposto. Le cause sono di tipo genetico (tipologia facciale) o legate a un disequilibrio fra la muscolatura orofacciale e quella linguale.
Morso incrociato
In un’occlusione normale i denti dell’arcata superiore ricoprono i denti dell’arcata inferiore. Quando questo non avviene si instaura un morso crociato che può causare o meno deviazione funzionale della mandibola. Tale condizione deve essere intercettata quanto prima (anche in dentatura da latte!) in quanto se si struttura nel corso degli anni si trasforma in una asimmetria strutturale oltre che funzionale. Esso può essere mono o bilaterale. Le sue cause sono di tipo genetico o funzionale. È associato molto spesso a una respirazione alterata che causa un iposviluppo trasversale del mascellare o a un precontatto che causa una deviazione funzionale.
Malocclusione di II classe
Si parla di malocclusione di II classe quando è presente una discrepanza fra le basi scheletriche tale che la mandibola si trova retroposizionata rispetto al mascellare, oppure il mascellare è protruso, oppure entrambe le condizioni associate. Per una terapia efficace di questo tipo di malocclusione risulta importante che sia intercettata prima che si manifesti il picco di crescita puberale, soprattutto se si ricorre alla terapia funzionale.
Malocclusione di III classe
Si parla di malocclusione di III classe quando è presente una discrepanza fra le basi scheletriche tale che la mandibola si trova protrusa rispetto al mascellare, oppure il mascellare è retroposto, oppure entrambe le condizioni associate. Per una terapia efficace di questo tipo di malocclusione bisogna che sia intercettata il più presto possibile (anche nel bimbo molto piccolo) in quanto se risulta necessario stimolare la crescita del mascellare minore è l’età del soggetto maggiore sono le probabilità di ottenere un buon risultato.
Discrepanza dento-alveolare (affollamento)
Si parla di DDA (discrepanza dento-alveolare) quando lo spazio necessario affinchè tutti i denti siano allineati risulta insufficiente. Sono presenti allora degli accavallamenti o delle malposizioni. La correzione di tale problematica va valutata misurando il rapporto tra lo spazio disponibile e quello necessario, il rapporto degli incisivi con le labbra e il profilo e il rapporto sagittale e verticale tra le arcate.